RICREARE LA FIDUCIA: I CINQUE PASSI PER SUPERARE UN TRADIMENTO.
Il tradimento è vissuto dalla maggior parte delle persone come l'evento più difficile e spiacevole che possa verificarsi all'interno di una coppia. Ciò nonostante, la popolazione italiana è al primo posto in Europa per le "avventure extraconiugali" e le ultime ricerche statistiche mostrano che circa il 60% di coloro che sono impegnati in una relazione monogama sono o sono stati infedeli verso il proprio partner almeno una volta (il gazzettino.it). Ciò nonostante, la maggior parte delle persone, quando intervistata sulla tematica del tradimento, dichiara che perdonare l'infedeltà è "sbagliato" ed esprime un giudizio negativo verso coloro che decidono di essere indulgenti, considerandoli "deboli", "ingenui" e "manipolabili". Per questo motivo il tradimento è vissuto dai più come un tema tabù, da gestire dentro le mura domestiche e da proteggere dallo spietato giudizio sociale. I dati sembrerebbero quindi indicare che nel nostro paese il tradimento rientra in quei comportamenti diffusi ma taciuti: tutti lo fanno e tutti lo negano. Una delle conseguenze principali di tale ipocrisia comunitaria è che chi si trova a dover affrontare una infedeltà tende a non condividere, a non informarsi e a non chiedere aiuto. Anzi, il più delle volte ricorre a strategie "fai da te", ignorando spesso alcune delle più basilari regole per ricreare la fiducia in una coppia.
Di seguito vediamo quindi alcuni dei passi importanti da tenere in considerazione quando si cercano strategie per superare il tradimento del partner e ricreare la fiducia reciproca.
1. PRENDERE UNA DECISIONE
Uno degli errori più frequenti di chi viene a conoscenza del tradimento del partner è rimanere per molto tempo in una condizione di limbo in cui l'intera responsabilità della ricostruzione della fiducia reciproca è delegata all'altro: un piede dentro, perché ti sto "concedendo di dimostrarmi che sei cambiato/a" e un piede fuori, "perché potrei stufarmi e lasciarti da un momento all'altro se ciò che fai è insufficiente". La decisione della permanenza all'interno della coppia viene quindi rimandata a dopo che la fiducia sarà stata ricreata. Questo però rappresenta uno sbaglio, in quanto la decisione di stare insieme e impegnarsi a ricostruire le basi per un futuro condiviso è una condizione sine qua non per ricreare la fiducia. La scelta di perdonare e rimanere nella relazione è il primo passo, non l'ultimo; come una persona che si ritrova catapultata tra le onde durante la navigazione e dovrà, prima, decidere se nuotare verso l'imbarcazione o verso riva e, solo poi, cercare le migliori tecniche di nuoto per mettersi in salvo.
Quindi, se stai leggendo questo articolo e stai affrontando un tradimento, chiediti: dentro o fuori? Questo è il primo, primissimo passo. Purtroppo non sono concesse vie di mezzo nel viaggio di riscoperta della fiducia. Prenditi tutto il tempo per decidere, in solitudine, senza interagire con l'altro. Ascolta la tua emotività: ti dice di aggrapparti o mollare la presa?
2. STARE ALLA LARGA DAI DETTAGLI DEL TRADIMENTO.
Una volta presa la decisione di rimanere all'interno della coppia e di iniziare a lavorare per ricostruire la fiducia reciproca, il secondo passo importante è quello di prendere quanta più distanza possibile dagli eventi di infedeltà. In altre parole, la seconda importante fatica a cui dovrà sottoporsi chi ha subito un tradimento è quella di non cedere alla tentazione compulsiva di chiedere e conoscere tutti i dettagli di ciò che è accaduto. Infatti, l'autoinganno nella maggior parte dei casi è credere che "solo una volta che saprò tutto potrò iniziare a mettere questi eventi alle spalle". Purtroppo si tratta di una trappola, per due semplici motivi: in primo luogo non arriva mai un momento in cui si percepisce di "sapere tutto", in quanto ogni risposta del partner apre la via ad un'altra domanda, in un processo senza fine di ossessioni mentali, domande senza risposte, risposte che creano nuove domande, congetture e dubbi. Secondariamente, ogni dettaglio in più che viene appreso diventa una nuova ferita, che aggiunge - gratuitamente - dolore al dolore.
Un modo semplice ed efficace per evitare di fare domande al partner, anche quando la curiosità sembra prendere il sopravvento, è far defluire tali pensieri ossessivi altrove, attraverso la scrittura: ad esempio tenendo un diario.
3. DARE "CAMPO LIBERO" AL PARTNER TRADITORE.
A questo punto, dopo aver posto le basi con i primi due passi, che sono serviti per creare un punto di svolta e per scegliere di lasciare il passato nel passato, è possibile iniziare a ricostruire il presente. La terza fase è a tutti gli effetti il cuore della rinascita della fiducia, dove colui/lei che ha tradito dovrà passare all'azione e dimostrare il suo rinnovato amore. Molto frequentemente, però, questo momento viene sabotato proprio dalla persona tradita (!), che fatica a lasciare "campo libero" al suo partner, avanzando un alto numero di pretese: ad esempio dettando specifiche regole come "non puoi andare in tal posto", "non puoi parlare con tale persona", "dobbiamo vederci ogni giorno" ecc. Purtroppo tale regime totalitario non potrà che creare delle delusioni, in quanto difficilmente gli accordi presi saranno rispettati alla lettera, complice l'ineluttabile imprevedibilità degli eventi della vita. Questo porta le coppie che stanno affrontando l'infedeltà ad instaurare un gioco di pretese e disattese, che non fa altro che alimentare la conflittualità e minare sempre più la fiducia reciproca. Lo sforzo imprescindibile per avere successo è, quindi, quello di lasciare a tutti gli effetti la "patata bollente" in mano al partner traditore, che si dovrà assumere in prima persona la responsabilità di decidere come muoversi, trovando la propria via per dimostrare di essere affidabile. Soltanto in questo modo la relazione potrà rinascere in modo sano, sulla base di eventi spontanei e genuini. Soltanto in questo modo sarà possibile comprendere effettivamente se qualche cosa è cambiato.
4. ASCOLTARE LE PROPRIE EMOZIONI (NON I PENSIERI)
Che cosa dovrà fare nel frattempo il partner tradito? La risposta è più semplice a dirsi che a farsi: osservare senza intervenire. In altre parole, osservare come il partner si muove, senza però chiedere, commentare, pretendere. Le uniche domande dovranno essere rivolte, invece, a sé stesso/a: "come mi sento?", "che cosa percepisco?". La tendenza più frequente è quella di lasciarsi travolgere dal circuito chiuso dei propri pensieri, analizzando volontariamente la situazione in modo razionale e alimentando così ossessioni e congetture poco funzionali alla coppia. Complice è la paura che, invece, le proprie emozioni non siano affidabili e che sia più conveniente metterle da parte per seguire la lucida ragione. Anche in questo caso siamo di fronte ad un autoinganno, in quanto la fiducia nasce come scelta razionale ma può durare solo se fondata su sensazioni e istinti. Si tratta quindi di ascoltare e di fidarsi del proprio vissuto emotivo, l'unico vero alleato nel mare magnum dell'elaborazione di un tradimento. L'obiettivo è capire come l'altro, e la situazione in generale, ci sta facendo sentire: quindi, le emozioni sono la vera prova del nove. Non importa che cosa sia giusto, sensato o meritevole, ma ciò che il partner - con i suoi gesti - trasmette: "sento di potermi fidare?"
5. DARSI UN TEMPO PER RICOMINCIARE DA CAPO
L'ultimo aspetto da considerare - e non per importanza - è il tempo. A tal proposito è consigliabile che l'ascolto delle proprie emozioni e l'osservazione di ciò che avviene nella relazione (passi 3 e 4) avvengano in un tempo definito a priori: ad esempio, "ci diamo 6 mesi e poi valutiamo com'è andata". Infatti, senza un accordo di questo tipo, sarà difficile per la coppia vivere il proprio quotidiano post-tradimento senza sentire l'esigenza di confrontarsi continuamente su quanto accaduto, rendendo così il proprio tentativo di ricostruire la fiducia difficoltoso, troppo macchinoso per funzionare. Il tempo scelto (3 mesi, 6 mesi, 1 anno) potrà variare sulla base delle esigenze della coppia in questione, delle responsabilità condivise, della lunghezza della storia, ecc. Dovrà però essere un tempo sufficiente a creare effettivamente le possibilità per un graduale cambiamento.
Che cosa avviene quindi al termine di questo periodo? Si ricomincia da capo, con il punto 1: prendere una decisione. Anche in questo caso - e per tutte le volte necessarie - può essere di grande aiuto prendersi un momento di solitudine per giungere ad una scelta consapevole. La domanda a cui rispondere diventa: "a fronte dei mesi trascorsi, delle emozioni che si sono susseguite, delle dimostrazioni dell'altro/a, dell'elaborazione di ciò che è accaduto, che cosa sento di voler fare: aggrapparmi o mollare la presa?"
In conclusione è giusto sottolineare che chi decide di voler provare a superare un tradimento prende una scelta coraggiosa, esponendosi ad un periodo indefinitamente lungo di sofferenza, come immergersi là dove non si vede il fondo. Ad alcuni basteranno pochi mesi, altri dovranno ripetere il ciclo dei "cinque passi" più di una volta. Certo è che seguendo il percorso sopra delineato e ascoltando il proprio sentire, prima o poi si arriverà ad una scelta - qualunque essa sia - definitiva, vera e indiscutibile, che renderà di nuovo liberi.
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